Un piacevole pomeriggio a teatro: Queen at the opera
Era da tempo purtroppo che non mi ritagliavo uno spazio per me, per godere del “nostro" mondo artistico dal lato dello spettatore…
Si, sono andato ai concerti - anche di grandi artisti internazionali - o in qualche locale, ma questa volta volevo provare l'esperienza di uno spettacolo a teatro. Questo si che era un po' che non lo facevo. Purtroppo.
L'occasione è stata il passaggio a Torino dello spettacolo “Queen at the opera”, realizzato dalla Duncan Eventi.
Ora, da grande fan dei Queen, si parte sempre un po' scettici quando vi sono concerti o spettacoli dedicati ad una delle band più particolari, poliedriche e discusse della storia della musica moderna. Spesso c'è chi li ama o chi li odia, senza vie di mezzo.
La grande personalità di Freddie Mercury forse contribuiva a queste posizione estreme, oppure la grande varietà di generi toccati durante la loro storia non permette a tutti di cogliere la crescita artistica da un album all'altro.
Si va dal Progressive dei primi anni, al Rock, al Pop, al Glam rock, ma poi ci sono brani (per i più esperti) che toccano il Blues, forse anche uno Smooth jazz, Country. E per ognuno dei generi indicati potrei indicare un titolo, avendo l'intera discografia (in parte in Mc e in parte in Cd…)
Ma tornando allo spettacolo, è stato davvero una sorpresa. Un palco con oltre 16 orchestrali, band composta da batteria, basso, chitarra, tastiere, 5 voci (due maschili e tre femminili, di cui una soprano), un direttore d'orchestra e un adeguato numero di tecnici… Non dovrei aver dimenticato nessuno, se non l'organizzazione che ha fatto un lavoro imponente.
La cosa bella è che nessuno cercava di copiare movenze o caratteristiche vocali tipiche ma era piuttosto un tributo, nel senso più ampio del termine, in cui dei validi musicisti sotto la guida di una produzione che sembra di avere le idee chiare, riproduce alcuni dei più grandi successi e alcune “chicche” del percorso della famosa band e del suo grande frontman.
Il tutto contornato da una coreografia ben gestita e di impatto: luci, tempi, professionalità nel coinvolgere il pubblico.
Risultato: oltre due ore di musica incentrata sul percorso artistico dei Queen, ma anche di quello solistico di Freddie Mercury. Infatti la soprano aveva accompagnato i cantanti principali in alcuni dei brani estratti anche dall'album di Freddie con Monserrat Caballé.
Un pomeriggio diverso, un pomeriggio in musica. Ma non solo. Un pomeriggio avvolto da quello che mi ha ricordato che, nonostante tutto, l'arte va avanti. Il bello esiste. Bisogna volerlo. Bisogna realizzarlo. Bisogna crederci. Ma si può fare.